Dal 37.5 alle mimose

Santo cielo.

Cerco di rendermi utile in qualche modo da giorni, ma quando si combatte con la febbre bisogna solo chinare il capo e mettersi a letto obbedienti. Pensate che ieri, quando mamma mi ha chiesto se avessi misurato la febbre, ho risposto che non potevo perché “con due strati di pelliccia bisogna bucare la pelle perché il termometro non funziona”. Non chiedete, non ho idea di che trip mentale mi abbia fatto rispondere in questo modo, forse ero ancora nel mondo dei sogni.

Insomma no, non sono la classica donnina del “se ha la febbre continua a muoversi come una macchina sterminatrice incurante delle leggi della fisica quantistica umanistica chimica termonucleare radioattiva”. Sfatiamo questo mito, per favore.

Anyway.

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Tanti auguri a tutte le donne che si trovano a leggere qui, e anche a quelle che non si trovano a leggere qui! Vi svelerò un segreto: non mi piacciono le classiche frasi da “Sì, ma l’8 marzo è una ricorrenza che non va ricordata solo per dare le mimose alla fidanzatina e andare a festeggiare in un pub a ubriacarsi!” né tantomeno quelle “Nah, non farmi gli auguri. Io non lo festeggio, è una festa stupida: la donna va festeggiata sempre.”

Perdonate i termini, ma… Cazzo c’entra? Vanno festeggiati sempre anche la mamma e il papà, ma gli auguri glieli fate lo stesso.

La vedo molto come l’ennesima frase negativa che va a smorzare l’entusiasmo delle povere persone che vogliono soltanto darsi un motivo in più per sorridere e fare qualcosa di carino. Che importanza ha se pensate di dover essere festeggiate sempre? Tutti avrebbero bisogno di essere festeggiati sempre.
Che poi, diciamoci la verità: la mimosa un sorriso ve lo strappa in ogni caso.

Ok, ora che ho provveduto allo sfogo della giornata, veniamo al punto…

Diciamo che è il primo giorno di quasi respiro dopo… poco meno di una settimana. L’influenza annuale mi ha colpita quando mi ha vista più debole e indaffarata, maledetta bastarda, quindi non ho avuto il tempo per aggiornare il blog durante questa settimana e…

cover-500Oh. Dio.

Sta accadendo. Il mio primo romanzo sta per essere pubblicato.

Giuro, è difficile scrivere qualcosa di sensato perché solitamente non sono brava a esprimermi a parole – che per un’autrice (wow, l’ho detto davvero?) è paradossale, lo so – e in questo momento ancor meno. Ogni volta che vedo un post con l’immagine della copertina ho un blocco, come se qualcuno congelasse il tempo… anzi, come se qualcuno congelasse me ma il tempo andasse avanti.

Non sono brava a farmi promozione e ho sempre paura di esagerare e di non esserne degna. Insicurezza nel DNA, che bella cosa.

Comunque.

Quando ho iniziato a scrivere Hurt non sapevo che sarei arrivata qui. Non sapevo nemmeno che sarei diventata un’autrice nel vero senso della parola, non avevo il coraggio di chiamare le mie storie “libri”, hanno dovuto insegnarmelo.

Non credevo sarebbe stato così. Sono cambiate così tante cose da quel giorno… Io, le persone intorno a me, la mia visione delle cose, il mondo… (Wow, sembra un discorso di importanza mondiale. Ricordate di votarmi, miei cari elettori, così che io porti la pace nell’universo. In cambio avrete delle caramelle, e manderò dei cuccioli a tutti voi.)

Ma sono felice. Terrorizzata, certo. Ansiosa, come al solito. Sono ancora convinta che, se non fosse stato per la febbre, mi sarei nascosta nell’armadio. Senza ombra di dubbio.
Ma felice. E spero tanto di non deludervi, con tutto il cuore.

Quindi grazie a chi lo leggerà, e a chi avrà voglia di farmi sapere che ne pensa, e a chi mi sOpporta e mi sUpporta. E a chi ha permesso tutto questo. E a… E a tutti. Non so. Sto andando di nuovo nel panico. Tutto regolare. Sì.

Beh, immagino di dover concludere qui. Avevo iniziato meravigliosamente con la mia critica giornaliera, e guardatemi adesso: di nuovo un ammasso di parole confuse. Grande Grazia, sempre meglio.

Un abbraccio a tutti, va! ❤

 

…oh, giusto. Forse dovrei informarvi che il libro è in pre-order, scontato, e che potete trovarlo sul sito della meravigliosa casa editrice. Basta cliccare qui.
Stavo per dimenticarmene. L’avevo detto che non so farmi promozione.

2 pensieri riguardo “Dal 37.5 alle mimose

  1. La prima pubblicazione non si scorda mai! Forza e coraggio ❤ Andrà tutto bene! E se hai bisogno di una spalla, io ci sono 😀
    E tanti auguri per oggi ❤

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